12/01/08

Rob Zombie regista? Allora potrei essere il prossimo Steven Spielberg!

Oggi avevo in mente di dare una breve recensione di "Halloween - The Begininnig", 9° film della serie (pensate allo spreco di soldi), ma essendo un filmaccio non mi ci voglio nemmeno sprecare quindi ho trovato qualcuno più competente di me a criticare una "cosa" come questa.

"Il film parla di Michael Myers, giovane figlio di una famiglia disfunzionale che vive in una casa nella periferia di Haddonfield, Illinois.
La madre lavora come spogliarellista, il padre è un alcolizzato buono a nulla e la sorella maggiore preferisce scoparsi qualsiasi essere vivente le capiti a tiro invece di accompagnare il fratello a fare “dolcetto o scherzetto” la sera di Halloween.
La tragedia esplode in tutta la sua drammaticità proprio in quel momento e Michael, colto da raptus, compie un massacro. Quando sua madre torna a casa lo trova seduto sui gradini con la sorellina minore in braccio, unica risparmiata.
Chiuso in una clinica psichiatrica, Michael cova risentimento e follia per molti lunghi anni e quando riesce a fuggire è pronto a tornare ad Haddonfield per completare quanto iniziato.
È la sera di Halloween.
Michael arriva in città, una maschera a coprirgli il volto e un coltellaccio in mano.
Solo il Dr Loomis, che lo aveva studiato e seguito per anni in clinica, è a conoscenza dei segreti della sua psiche e può tentare di fermarlo prima che si ripeta il massacro di tanti anni prima."

E dopo avervi mostrato la banalità della trama arriviamo al massacro vero e proprio: la recensione!!! Non potete capire quanto ho goduto nel leggerla. Invidio il fatto di non averla potuta scrivere io una recensione del genere.

"L'Halloween del 2007 targato Rob Zombie e Dimension Films è uno dei più brutti film horror dell’anno." (Incomincia alla stragrande ^.^)
"Halloween The Beginning è un pasticcio formato in egual misura da totale incapacità a livello di sceneggiatura e profonda incomprensione dei meccanismi puramente tecnici alla base di emozioni quali il terrore, la paura, l’ansia, la suspense, l’orrore, la tensione.
La cifra stilistica di Zombie può andare benissimo se vorrà girare altri mille road movie over the top, di grana progressivamente più grossa, continuando a fare i casting come se fosse un bambino in un negozio di caramelle.
Ma, detta cifra, è totalmente incapace di veicolare quanto richiesto da uno slasher movie sia a livello di sintassi che per quanto concerne i contenuti.

Se, come sembra a giudicare dalla prima parte di Halloween The beginning, l’intento è quello di centrare il film sulla figura di Michael Myers diventa ancora più inspiegabile come nella seconda parte si abbandoni questo focus in cambio di un punto di vista molto più dispersivo.
Inutile poi spendere più di 30 minuti di approfondimento della genesi e presunto (accento su presunto) scavo psicologico di Michael quando poi l’esito è assolutamente pari a quello carpenteriano, ovvero un killer che vaga silenzioso di omicidio in omicidio: tutto il lavoro accumulato sulle spalle di Daeg Faerch si perde poi nella schiena ben più grande di Tyler Mane.

È poi tragica la gestione stessa della genesi.
La famiglia disfunzionale dipinta da Zombie con i suoi ormai stravisti stereotipi da lumpenproletariat (alcoolismo, prostituzione, violenza, bassissima cultura, indigenza ecc ecc), con Michael bambino tacciato di omosessualità, perseguitato dai bulletti a scuola, amante delle torture sugli animali, sempre pronto a nascondersi dietro le maschere (il simbolismo che era sussurrato nel film originale di John Carpenter viene qui urlato così tanto da perdere ogni tipo di efficacia) è tanto banale quanto sterile.

Michael era il Male immotivato, soprannaturale e fine a se stesso, capace di nascere e nascondersi proprio nel cuore dell’America perbenista (si veda la famiglia di origine nel film del 1978, middle class, felice, coesa, con i classici valori e ideali) e PROPRIO per questo più terrorizzante e funzionale quale atto d’accusa e gesto politico.
Il Male si può nascondere in qualsiasi casa, in qualsiasi situazione." (Insomma John Carpenter poteva pure dire a Rob di starsene a casa)

"Nell'Halloween The Beginning di Zombie non accade nulla di tutto ciò e non si può rimanere più di tanto sorpresi dai gesti del piccolo Michael, pura reazione di difesa e sopravvivenza all’interno di un universo caotico e aggressivo, il tutto condito dal trattatello di psicologia criminale for dummies, scritto da un rocker che si pensa anarchico e invece conferma a ogni pagina di sceneggiatura una visione sgradevolmente, inconsapevolmente reazionaria.

A queste concezioni non possono che seguire adeguati personaggi e un casting conforme, con la bella (ma il tempo comincia a reclamare pegno) ma totalmente incapace Sheri Moon che sembra naturale solo attorno a un pole da stripper bar e William Forsythe sepolto da una serie di dialoghi che nemmeno un Tomas Milian d’annata potrebbe reggere senza qualche insofferenza.

Disastro segue disastro e quando entra in scena un legnosissimo (non che Donald Pleasance fosse molto meglio, ma riusciva perlomeno a veicolare carisma) Malcom McDowell nella parte del Dr Loomis si tocca il fondo con una gestione imbarazzante del personaggio, del suo rapporto con il Mostro e con i dialoghi peggiori dell’intero film.

Segue un lungo intermezzo manicomiale durante il quale, vedendo quali attori sono stati usati per impersonare medici, direttori e guardiani, viene lecito chiedersi chi siano gli assistiti e chi gli assistenti in una casa di cura assai più disfunzionale della famiglia di origine di Michael.
“Acuta” critica al sistema manicomiale o di nuovo, sceneggiatura portata avanti fra birra, cocaina e canne?
Il nostro mostro cresce fra una forchettata alle preparatissime infermiere che vengono lasciate sole con lui e gli danno tranquille la schiena e si tramuta nell’imponente, slipknotiano Tyler Mane che piglia e fugge lasciando una scia di cadaveri nel mentre.

La figura del wrestler non viene adeguatamente sfruttata da Zombie che non recepisce NULLA di quanto trasmesso da Carpenter e fallisce miseramente nella seconda parte del film, quella che cerca di compendiare l’originale in una quarantina di minuti.

Nessun gioco di profondità di campo, pochissimi tentativi di point of view del killer, intrusioni sonore in grado di rovinare praticamente ogni scena, impossibilità da parte dell’audience di identificarsi sia con Michael (che viene lasciato a se stesso) che con Laurie (che per esigenze di tempo, orrida caratterizzazione psicologica e scarsi mezzi recitativi non riesce a emergere dal trio di ragazze che Zombie mette su con la solita cura e delicatezza)…

Comincia così una lunga sequenza di inseguimenti, omicidi, stalking, rivelazioni e confronti girata con confusione e con un montaggio ignobile da parte di un Glenn Garland che è facile immaginare preso in mezzo fra Zombie, i fratelli Weinstein e i vari screening fino a perdere completamente la bussola.

Si assiste ai vari omicidi con un senso di progressivo fastidio per la mancanza assoluta di brividi e tensione, e si arriva stanchi e provati al confronto finale fra il trio (Michael, Laurie e Loomis) la cui risoluzione lascerà parecchio amaro in bocca sia ai cultori della franchise che al semplice appassionato di logica. [...]

La credibilità evidentemente non è fra gli interessi del regista, nulla di male se buona parte del film non fosse giocata cercando invece una credibilità nella genesi di un serial killer che funziona come definitiva pietra tombale per l’intero film.
La maschera serve a nascondere la mia bruttezza, dice Michael, e le risate coprono quello che l’autore pensava potesse essere un momento di seria riflessione, uno squarcio sull’umanità del mostro…
Scegliendo di spiegare la rava e la fava e piazzando Michael praticamente nel 90% delle inquadrature del film si trasforma “Il Male” nel molto meno interessante “male” (e quindi togliere l’elemento soprannaturale introduce una serie di buchi logici grandi come una casa) e si finisce con il girare uno slasherino sopra le righe e fracassone, memorabile più per la sequela di parolacce (Bitch I will crawl over there and skullfuck the shit out of you! - Bitch! If you don't think I aint makin' a mental list of all your fuckin' bullshit! - I'm gonna rip off your ears and feed them to your ass!... Sono solo alcune delle perle che troverete sparse in giro per il film, provenienti da OGNI personaggio…) che per qualche altro fattore.

Ancora più colpevole, da parte di un artista che ha un passato e un presente di musicista, è un uso del sonoro privo di senso e sovrabbondante e una scelta di canzoni che, con qualche eccezione, spazia fra lo stra-abusato e banale (Mary don’t fear the reaper avrebbe bisogno di stare assente dagli schermi horror per almeno 20 anni prima di essere usata nuovamente) e il fuori luogo (Peter Frampton? Andiamo…).

Il continuo ammiccare di Zombie ai suoi amici, ai suoi fan, al suo pubblico crea spesso l’impressione di essere intrusi a una festa privata dove amici di lunga data si scambiano allusioni che solo loro possono capire o sulle quali solo loro possono ridere mentre il tutto sarà invece probabilmente visto da milioni di spettatori che ne sanciranno il successo mondiale (e così è avvenuto infatti, n.d.r.), con buona pace per chi ancora pensa che il cinema horror possa essere qualcosa di diverso da una rivista sconcia buona solo per farsi quattro seghe al bagno o sotto le coperte."

Elvezio Sciallis per latelanera.com

Io faccio i complimenti a lui per la grande serietà e per la recensione eccezionale che sicuramente troverà l'assenso di parecchia gente stufa come noi di vedere queste stronzate al cinema. L'horror non è un genere semplice… il maestro per eccellenza rimarrà Hitchcock che riusciva a farti venire la pelle d'oca senza neanche farti vedere sbudellamenti o accoltellamenti come questi… quindi ai vari amanti di Nightmare, Venerdì 13 e affini un consiglio spassionato… vedetevi prima i grandi horror psicologici dopodiché rivedetevi i vostri beniamini e ditemi cosa ne pensate.
Giudizio Finale: 2

(p.s. forse gli unici decenti di questi tipi di film erano i primi, ma è un forse messo lì tanto per)

2 commenti:

Marx ha detto...

io non mi trovo d'accordo sulla critica e sul tuo giudizio. trovo facile dire che un horror è privo di trama, e che il regista non ci sa fare (per non parlare della critica alla colonna sonora, che al contrario ho trovato sopra alla media di molti altri splatteroni hollywoodiani). sicuramente rob zombie non è un regista, probabilmente non ha mai nemmeno studiato cosa vuol dire, per non parlare della sceneggiatura, ma proprio per questo il mio voto al suo film comunque è un 6, onesto.
il film parte bene sia dal punto di vista della trama (e chi se ne frega se la trama di un horror è banale, come potrebbe essere altrimenti?), che per le riprese e la colonna sonora (la canzone con cui parte il film mi è piaciuta moltissimo), ma è giusto dire che nella seconda parte perde di incisività, e QUESTO in uno splatter fa la differenza tra un film girato bene e non.. la seconda parte, quella che per ovvie ragioni rappresenta l'apice degli ammazzamenti e delle rivelazioni del plot, in questo film è mancato del tutto. le scene in cui lei cerca di scappargli senza fare rumore, e in cui si chiude in bagno con i 2 ragazzini urlanti fanno piu ridere che tirare il fiato, e in un finale di un horror forse è l'unica cosa che non deve accadere.

concludo dicendo che a me l'horror non piace (volevo vedere un altro film), ma se mi dovessi mettere nei panni dell'amante del genere, sicuramente non gli dare i 2, ma un onesto 6, senza troppe pretese di arrivare a diventare un cult(e anche i cult horror hanno trame banali e colonne sonore che anticipano gli omicidi e sgozzamenti vari, guarda i vary freddy e venerdi 13..).
perciò, se vi piace il genere, andatevelo a vedere, è forse l'unico horror decente degli ultimi 2 anni (la sfilza di 'the ring' rifatti in giappone fanno anche piu schifo), e forse entra nelle top 10 degli ultimi 10 anni; se non vi piace il genere (non molto almeno^^), meglio andarvi a vedere un cartone della walt disney^^

Anonimo ha detto...

Mah io non sono d'accordo con nessuno dei due..
Le critiche saccenti dei critici cinematografici mi fanno quasi ridere,sembrano come dice lui stesso"dei vecchi amici che si scambiano battute che capiscono solo loro".
Usano parolone e cose strane,certo è il loro lavoro ma preferisco molto di piu quei(pochi)critici che sanno veramente andare al problema senza rincoglionire la gente con esagerate citazioni per far vedere quanto sono colti in questo campo.
Dall'altro lato,però,il film fa veramente schifo.
Nel senso in un mondo dove l'horror lo vedo al tg1 non pretendo che questo mi faccia morire di paura,ma il suo porco lavoro dovrebbe farlo.
La trama è banale,si,ma effettivamente gli horror sono tutti uguali,quello che li distingue e che li rende "notevoli" sono le dinamiche.
Qui le dinamiche erano pessime,almeno secondo me e l'unica paura che poteva venire da un film del genere poteva essere un barlume di somiglianza con la realtà,un verosimile che si perde quando quello rimane in piedi dopo che j'hanno sparato pure i marines.
Io preferisco quel genere di thriller psicologico tipo Session 9,che piu che paura lascia inquietudine.
Il mio voto finale è una media tra i vostri due,un 4.
6 mi pare troppo sinceramente,perche non c'è niente di bello in questo film.Secondo me è assolutamente mediocre e bruttino.
2 d'altro canto lo darei a Natale in crociera quindi mi sembra troppo poco :)